giovedì 5 maggio 2011

Il capitolo deposito bici non è chiuso

Consigliamo alla signora Ponzini di non sbilanciarsi con dichiarazioni assolute, quali quelle che abbiamo letto nei giorni scorsi sulla stampa locale,  a meno che ella non disponga del dono della predizione, abbia particolari agganci a Palazzo Mercanti, oppure sia nelle grazie del Consiglio Comunale.
Alquanto esautorato quest’ultimo, per la verità, dal piglio decisionista del sindaco, ma ondivago esso stesso, al pari della Giunta, nel decidere su temi in cui massima doveva essere la consultazione popolare, prendendo invece decisioni vergognose su casi importanti, salvo poi, a fronte delle sollevazioni dei cittadini raccolti in comitati, armati di migliaia di firme, dovere recedere da decisioni assurde (tigli di Piazzale Plebiscito, Pertite, parcheggi per le forze dell’ordine, etc. etc,.) 
Per l’Associazione Pendolari Piacenza il capitolo del deposito biciclette non è chiuso, tutt’altro.
Continueremo a lottare con ogni mezzo ed in ogni forma legalmente possibile, affinchè venga ripristinata la situazione ante grida manzoniane, e sia dato il giusto rispetto alla maggioranza dei pendolari, fruitori del deposito e non, che hanno chiesto, con quasi 400 firme regolarmente depositate in Comune, la gratuità senza custodia o in subordine, che il deposito sia diviso in spazi gratuiti e non, entrambi al coperto.
Ma che soprattutto venga revocata questa assurda ordinanza di rimozione delle biciclette in Piazzale Marconi (perché solo lì ?) che sta facendo ridere l’Italia intera, e che vengano lì ripristinate le rastrelliere, da sempre presenti, ma con copertura.
Ci domandiamo piuttosto se la signora sia la stessa che millantava una raccolta firme per il succitato capannone da mettersi custodito e a pagamento, visto che le suddette pare non esistano, nicchiando anche il Comune sul tema. Perché non le tira fuori ?
Stiamo forse parlando della stessa persona che sempre in tema di parcheggi auto in zona Borgofaxhall (ahimè non gratuiti…) si erge ad intermediaria proponendo sulla bacheca in stazione mirabili condizioni di favore (ma sempre a pagamento…) ?
Oppure della stessa persona che, mai vista prima nella nostra sede, si fece viva quando Rai 3 venne a intervistarci in diretta l’altro inverno, e si mise in prima fila ?
Di quella stessa persona che si propose addirittura come candidata al consiglio della nostra associazione, ma voleva farlo in spregio ai nostri regolamenti, ovvero la richiesta era stata fatta fuori tempo massimo ?
Un modo molto particolare di intendere e rappresentare gli interessi dei pendolari, che molto probabilmente si sposa nella linea dell’accolita nella quale si ritrova adesso, stante la firma che appone ai suoi scritti.
Abbiamo già avuto modo di ribadire che gli interessi dei pendolari non si fanno chiedendo treni "ad personam" nelle riunioni in Provincia di fronte all’assessore regionale, ovvero le fermate a Rogoredo a lei comode, degli Eurostar City, treni che non fanno parte del contratto di servizio di trasporto regionale, che si possono prendere solo con l’escamotage del Mi Muovo.
Carta di ammissione della quale la suddetta lamenta sia il costo, sia l’aumento spropositato, sia la carenza dei treni per il quale dovrebbe essere autorizzato, sia il fatto che per farlo da aprile si debba obbligatoriamente essere muniti di abbonamento regionale annuale (prima non era così, bastava il mensile) . Poiché la signora sa benissimo che il suddetto balzello si paga due volte, con i soldi delle nostre tasse (ovvero quelli che ci mette la Regione, e sono i due terzi) e con quelli a nostro carico (la rimanenza all’atto dell’acquisto), ma nel frattempo i treni per cui lo si compera vengono tolti o non fermano, perché si lamenta???
E chi lo prende, sottoscritto compreso (adesso non più, colpito anche lui in quanto titolare di abbonamento mensile) lo fa "obtorto collo", stante la pessima situazione di orari e fermate.
Che non è il servizio idilliaco che l’assessore millanta, di cui peraltro Crufer ed Unione sono clacque a gettone (tiri la leva e scatta l’applauso…)
Lo avevamo detto in tempi non sospetti, motivo per cui siamo partiti con un ricorso al TAR contro la sparizione nel dicembre del 2005 degli Interregionali, che facevano lo stesso servizio, a parità di tempi di percorrenza e di fermate, a costi inferiori.
E lo riconfermiamo tuttora.
Grazie per l’attenzione.

Ettore Fittavolini

Presidente
Associazione Pendolari Piacenza

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