Ettore Fittavolini torna sul tema del "MiMuovo" ribattendo nuovamente all'Assessore Peri (leggi il suo intervento su La Cronaca del 15 Maggio 2011): il Presidente dell'Associazione Pendolari Piacenza ribadisce in questa sua nuova lettera che vincolare la tessera "MiMuovo" all'acquisto dell'abbonamento annuale introduce una grave discriminazione tra i pendolari, a tutto svantaggio della maggioranza dei viaggiatori che utilizza abbonamenti mensili.
Si contesta in particolare una scelta "arbitraria e vessatoria" della Regione, che non risponde ad alcuna direttiva FS e che quindi potrebbe essere facilmente modificata.
Ricordiamo infatti che tutte queste tessere di integrazione tariffaria sono state introdotte negli anni, in forme diverse, per mitigare i problemi causati dallo smantellamento del servizio di trasporto Interregionale, decisione che nel 2005 ha stravolto le tracce orarie e che quindi ha obbligato la Regione ad introdurre dei sistemi di compensazione, costosi sia per l'utente che per la Regione (che ne finanzia una quota parte).
Si contesta in particolare una scelta "arbitraria e vessatoria" della Regione, che non risponde ad alcuna direttiva FS e che quindi potrebbe essere facilmente modificata.
Ricordiamo infatti che tutte queste tessere di integrazione tariffaria sono state introdotte negli anni, in forme diverse, per mitigare i problemi causati dallo smantellamento del servizio di trasporto Interregionale, decisione che nel 2005 ha stravolto le tracce orarie e che quindi ha obbligato la Regione ad introdurre dei sistemi di compensazione, costosi sia per l'utente che per la Regione (che ne finanzia una quota parte).
Egregio Direttore,
la risposta dell’Assessore Peri pubblicata ieri, 15 maggio, sulle pagine del vs. giornale, conferma senz’ombra di dubbio quanto gli sia necessaria una sosta, nell’estenuante calendario della sua attività, per una visita di controllo alla vista.
Se l’avesse fatto prima, dotato di un paio di occhiali consono alle diottrie mancanti, si sarebbe accorto che durante l’ultima riunione in Provincia del 30 aprile u.s. l’Associazione Pendolari Piacenza era degnamente rappresentata e a pieno titolo da 3 consiglieri, mentre due erano i membri per l‘Associazione Pendolari Val d’Arda.
Il sottoscritto (faccia magari a lui più nota) era assente giustificato dell’ultimo momento, in quanto impegnato, per spiacevole incombenza ( tentato furto presso la propria abitazione) ad attendere che i vigili del fuoco lo potessero fare rientrare in casa. Del fatto era stata avvisata tempestivamente la Provincia, nella cui sede si svolgeva l’incontro.
Per inciso l’associazione invece non pervenuta era l’Unione Pendolari, ma di questo l’assessore se ne dovrà pur fare una ragione...
Sul tema del "Mi muovo" e sempre con riferimento alle carenze visive di cui sopra, se l’assessore avesse letto attentamente la nostra lettera (speditagli una seconda volta in quanto senza risposta) avrebbe preso nota del seguente paragrafo finale:
Chiediamo che almeno la modalità di acquisto ritorni al più presto possibile nelle possibilità di entrambe le tipologie di abbonamenti, fermo restando la nostra assoluta contrarietà a foraggiare con i soldi delle nostre tasse e delle nostre tasche un palliativo, quando basterebbe reintrodurre treni IR come si deve (in termini di tempi di percorrenza e di fermate) per risolvere il problema.
Ovvero, poiché l’Associazione si onora di rappresentare tutti i pendolari piacentini (soci e che in essa si riconoscono) il tema della discriminazione sulle modalità di acquisto rimane importante ed irrisolto.
Posto che l’assessore cambia tattica e dichiara ora di tutelare una minoranza di abbonati regionali (quelli annuali) a discapito di una maggioranza (quelli dei mensili) che si vede negata la possibilità di potere usufruire, "obtorto collo" l’acquisto (ce lo scrivono in tanti e lo abbiamo già ribadito), di un titolo di viaggio che permette di salire su treni che non sono in carico al contratto di servizio (ma solo perché gli altri che prendevamo sono spariti).
E che detto titolo viene pagato con i soldi della Regione, che non solo quelli dell’assessore, ma quelli delle nostre tasse, e dei pendolari all’atto dell’acquisto.
Oltre al fatto che gli abbonamenti cui l’assessore fa riferimento (ES City ed Intercity) sono disponibili da tempo, ma non sono abbonamenti regionali, bensì a tariffa FS per treni che non sono facenti parte del contratto di servizio, ma solo dietro ulteriore integrazione tariffaria permettono di salire sui treni regionali.
Ed ovviamente notevolmente più cari se comparati a quelli regionali cui si aggiunge il costo del Mi Muovo, "sconto" compreso ma non richiesto.
Evidentemente l’assessore persegue, facendo riferimento ai tagli statali sui trasferimenti (ma dimenticandosi di quanto siano aumentati - in 5 anni, titoli di viaggio alla mano, oltre il 50% - i costi degli abbonamenti regionali senza che ad essi siano corrisposti miglioramenti in tema di tempi di percorrenza, puntualità e pulizia) una politica di protezione delle minoranze che in questo caso non ha senso.
A meno che la volontà nascosta, ma in questo caso malcelata, sia quella di arrivare ad una progressiva eliminazione dell’integrazione, senza però avere provveduto a ripristinare quei treni (gli interregionali) tolti e che richiediamo a gran voce da anni.
Reiteriamo quindi la nostra richiesta, con riserva di ulteriormente adire ogni ulteriore forma di tutela, posto che in questo caso, una volta tanto, si tratta di una decisione arbitraria e vessatoria che non arriva dalle FS.
Grazie per l’attenzione.
Ettore Fittavolini
la risposta dell’Assessore Peri pubblicata ieri, 15 maggio, sulle pagine del vs. giornale, conferma senz’ombra di dubbio quanto gli sia necessaria una sosta, nell’estenuante calendario della sua attività, per una visita di controllo alla vista.
Se l’avesse fatto prima, dotato di un paio di occhiali consono alle diottrie mancanti, si sarebbe accorto che durante l’ultima riunione in Provincia del 30 aprile u.s. l’Associazione Pendolari Piacenza era degnamente rappresentata e a pieno titolo da 3 consiglieri, mentre due erano i membri per l‘Associazione Pendolari Val d’Arda.
Il sottoscritto (faccia magari a lui più nota) era assente giustificato dell’ultimo momento, in quanto impegnato, per spiacevole incombenza ( tentato furto presso la propria abitazione) ad attendere che i vigili del fuoco lo potessero fare rientrare in casa. Del fatto era stata avvisata tempestivamente la Provincia, nella cui sede si svolgeva l’incontro.
Per inciso l’associazione invece non pervenuta era l’Unione Pendolari, ma di questo l’assessore se ne dovrà pur fare una ragione...
Sul tema del "Mi muovo" e sempre con riferimento alle carenze visive di cui sopra, se l’assessore avesse letto attentamente la nostra lettera (speditagli una seconda volta in quanto senza risposta) avrebbe preso nota del seguente paragrafo finale:
Chiediamo che almeno la modalità di acquisto ritorni al più presto possibile nelle possibilità di entrambe le tipologie di abbonamenti, fermo restando la nostra assoluta contrarietà a foraggiare con i soldi delle nostre tasse e delle nostre tasche un palliativo, quando basterebbe reintrodurre treni IR come si deve (in termini di tempi di percorrenza e di fermate) per risolvere il problema.
Ovvero, poiché l’Associazione si onora di rappresentare tutti i pendolari piacentini (soci e che in essa si riconoscono) il tema della discriminazione sulle modalità di acquisto rimane importante ed irrisolto.
Posto che l’assessore cambia tattica e dichiara ora di tutelare una minoranza di abbonati regionali (quelli annuali) a discapito di una maggioranza (quelli dei mensili) che si vede negata la possibilità di potere usufruire, "obtorto collo" l’acquisto (ce lo scrivono in tanti e lo abbiamo già ribadito), di un titolo di viaggio che permette di salire su treni che non sono in carico al contratto di servizio (ma solo perché gli altri che prendevamo sono spariti).
E che detto titolo viene pagato con i soldi della Regione, che non solo quelli dell’assessore, ma quelli delle nostre tasse, e dei pendolari all’atto dell’acquisto.
Oltre al fatto che gli abbonamenti cui l’assessore fa riferimento (ES City ed Intercity) sono disponibili da tempo, ma non sono abbonamenti regionali, bensì a tariffa FS per treni che non sono facenti parte del contratto di servizio, ma solo dietro ulteriore integrazione tariffaria permettono di salire sui treni regionali.
Ed ovviamente notevolmente più cari se comparati a quelli regionali cui si aggiunge il costo del Mi Muovo, "sconto" compreso ma non richiesto.
Evidentemente l’assessore persegue, facendo riferimento ai tagli statali sui trasferimenti (ma dimenticandosi di quanto siano aumentati - in 5 anni, titoli di viaggio alla mano, oltre il 50% - i costi degli abbonamenti regionali senza che ad essi siano corrisposti miglioramenti in tema di tempi di percorrenza, puntualità e pulizia) una politica di protezione delle minoranze che in questo caso non ha senso.
A meno che la volontà nascosta, ma in questo caso malcelata, sia quella di arrivare ad una progressiva eliminazione dell’integrazione, senza però avere provveduto a ripristinare quei treni (gli interregionali) tolti e che richiediamo a gran voce da anni.
Reiteriamo quindi la nostra richiesta, con riserva di ulteriormente adire ogni ulteriore forma di tutela, posto che in questo caso, una volta tanto, si tratta di una decisione arbitraria e vessatoria che non arriva dalle FS.
Grazie per l’attenzione.
Ettore Fittavolini
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