In più occasioni l’amministrazione comunale ha accusato l’Associazione Pendolari Piacenza di voler fare politica; si è addirittura arrivati ipotizzare un ingresso in politica del nostro presidente, Ettore Fittavolini, ipotesi che è stata prontamente smentita dal diretto interessato.
In realtà la nostra associazione non ha alcuna posizione politica, il nostro scopo è difendere l’interesse di una categoria di piacentini: i pendolari; purtroppo negli ultimi tempi, alle difficoltà quotidiane causate da trenitalia, si sono aggiunte quelle legate alle scelte del Comune di cui abbiamo ampiamente parlato sulla stampa, sul nostro sito istituzionale e in questo blog.
Oggi però non vogliamo parlare dei nostri problemi, vogliamo ricordare che non siamo i soli a raccogliere le proteste dei cittadini contro le scelte dell’amministrazione comunale.
Uno dei comitati più attivi è quello che si è costituito per il parco della Pertite e che in questi giorni è al centro dello cronache per il referendum che è riuscito a organizzare.
Vale la pena di riassumere la storia di Pertite.
In realtà la nostra associazione non ha alcuna posizione politica, il nostro scopo è difendere l’interesse di una categoria di piacentini: i pendolari; purtroppo negli ultimi tempi, alle difficoltà quotidiane causate da trenitalia, si sono aggiunte quelle legate alle scelte del Comune di cui abbiamo ampiamente parlato sulla stampa, sul nostro sito istituzionale e in questo blog.
Oggi però non vogliamo parlare dei nostri problemi, vogliamo ricordare che non siamo i soli a raccogliere le proteste dei cittadini contro le scelte dell’amministrazione comunale.
Uno dei comitati più attivi è quello che si è costituito per il parco della Pertite e che in questi giorni è al centro dello cronache per il referendum che è riuscito a organizzare.
Vale la pena di riassumere la storia di Pertite.
Pertite era una delle tante aree militari di Piacenza, si trova lungo via Emilia Pavese, nel quartiere “infrangibile”. Da tempo dismessa, Pertite è già, di fatto, un area a bosco, anche se non visitabile in quanto ancora coperta da vincoli militari.L’idea del bosco in città nasce nel 2008 dagli studenti della scuola media Calvino che presentano il proprio progetto al consiglio comunale.
Il consiglio si dimostra subito molto ricettivo della proposte dei cittadini: febbraio 2009 viene approvato il piano strutturale comunale (PSC), in sostanza il piano regolatore, che prevede nell’area Pertite, la realizzazzione di abitazioni, uffici e attività commerciali.
Il comitato Pertite si forma nel maggio-giugno 2009 e, nel giro di pochi mesi, raccoglie 7.000 firme a favore del parco. Nell’aprile 2010 le firme vengono consegnate al comune.
Il 5 giugno 2010, 2.500 persone partecipano all’abbraccio alla Pertite per sottolineare la propria volontà di avere un parco. Anche il sindaco partecipa alle manifestazione, e coglie l’occasione per annunciare la decisione di destinare il 40% dell’area al nuovo arsenale militare.
Il 19 luglio 2010, un tavolo interistituzionale a cui partecipano le forze politiche piacentine, sottoscrive un documento in cui si destina il 60% del parco Pertite a sede del nuovo arsenale militare.
Il Comitato prosegue nella raccolta di firme, a novembre 2010 siamo già a 13.000, e promuove un referendum cittadino sulla destinazione delle aree militari e di Pertite in particolare.
Siamo alla storia recente: il referendum è stato dichiarato ammissibile dal comitato dei garanti. Il comitato Pertite si è trovato davanti a un’altra sfida impegnativa: raccogliere 4.000 firme in pochi giorni: le firme devono essere depositate entro il 21 aprile per poter indire il referendum.
Il risultato è stato raggiunto: ieri sera il Comitato Pertite ha annunciato il raggiungimento del risultato: il 12 giugno, oltre ai referendum nazionali, potremo votare anche per destinare a parco l’area Pertite. L’Associazione Pendolari Piacenza si complimenta con il Comitato Pertite: il referendum sarà un momento importante per dimostrare qual’è la volontà dei cittadini e per dare un segnale a una amministrazione fino ad ora sorda a ogni richiesta.
Stiamo a come andrà a finire: il referendum ha valore consuntivo, il comune non avrà l’obbligo di recepirne il risultato, qualunque esso sia. Il sindaco la sua giunta sapranno ascoltare i cittadini, tornando sui propri passi, se necessario, o continueranno a interpretare la parla partecipazione come “noi decidiamo e voi vi adeguate”?
1 commento:
Si porta a conoscenza della cittadinanza che parole come "referdum" e "democrazia" offendono profondamente l'ego del sig. Reggi e verranno quanto prima cancellate dal vocabolario italiano. In tal modo non la consultazione del 12 giugno potra' essere ignorata in quanto non prevista dalla lingua italiana. Ricordatevi: voi non sapete quello che volete, Reggi sa quello che volete !
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