lunedì 14 febbraio 2011

Il regno della "Bici selvaggia"

Bici selvaggia

Il recente accenno di primavera anticipata ha permesso a molti pendolari di riprendere la bicicletta per raggiungere la stazione.
Si tratta per molti di una scelta motivata dal vantaggio di poter raggiungere la stazione aggirando i problemi di traffico e di parcheggio che, sempre pieno, costringe ad una sgambata che si evita volentieri.
E la si evita volentieri specialmente la sera, quando oltrepassato il deposito biciclette si percepisce ancora una atmosfera di scarsa sicurezza.

Invitandovi a leggere l'articolo pubblicato oggi su Libertà ci domandiamo: ma questi pendolari sono davvero dei selvaggi?


Noi crediamo di no: non è (e non deve) essere obbligatorio parcheggiare nel deposito custodito, deve quindi esistere la possibilità di parcheggiare liberamente nei pressi (e sottolineiamo nei pressi) la propria bicicletta.

Fin quando questi spazi non verranno allestiti non ci si può aspettare nulla di diverso da questa situazione che qualcuno definisce di "parcheggio selvaggio".
Il Comune aveva annunciato prima la "tolleranza zero", poi ha corretto il tiro annunciando nuove rastrelliere che da Dicembre, però, nessuno ha ancora visto.
A peggiorare la situazione è stata la recinzione dell'area nello stradello che porta al parcheggio di Borgo Faxall.
Chiusa a Dicembre per 'imminente inizio lavori di posizionamento delle nuove rastrelliere' ad oggi i lavori non sono mai iniziati: l'unico effetto ottenuto è stata la riduzione di almeno un cinquantina di posti bici.

Come Associazione continuiamo a sostenere che la soluzione più semplice sarebbe quella di suddividere il capannone in due zone per accontentare sia chi richiede il servizio di custodia sia quelli che desiderano semplicemente parcheggiare.
In alternativa chiediamo il rispetto degli impegni presi e quindi l'installazione delle rastrelliere coperte nelle immediate vicinanze ed in quantità consona a rispondere alle esigenze dei pendolari.
Ricordiamo che chi prende la bicicletta fa un favore ad un Comune che sta esaurendo i giorni di "bonus" per lo sforamento dei limiti di PM10 e quindi dovrebbe avere maggiore attenzione.

Infine, un accenno ai posteggi auto a pagamento: dichiarati una decina, ne sono stati realizzati 40 che sono utilizzati (a che titolo?) solo dalle auto dei custodi.
Poichè il Comune aveva dichiarato che si trattava di una sperimentazione e che il numero definitivo dei posti a pagamento sarebbe stato oggetto di verifica in base al reale utilizzo, ci domandiamo cosa si aspetta per restituire almeno metà dell'area ai pendolari: sei mesi di sperimentazione non sono sufficienti per dimostrare che è stato preso un abbaglio?

Speriamo che anche questo punto sia oggetto di discussione in Consiglio Comunale oggi pomeriggio: all'ordine del giorno è infatti presente l'interrogazione presentata dal leghista Massimo Polledri relativa alle «problematiche varie» di piazzale Marconi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che poi a mio avviso vedere delle biciclette parcheggiate davanti alla stazione è tutt'altro che mancanza di decoro, anzi, è sinonimo di rispetto per l'ambiente. Indecoroso è vedere fiumi di macchine incolonnate, e di autobus dai gas di scarico neri e densi come la pece, asserragliare la zona circostante la stazione ad ogni arrivo di treno.

Massimo Cassinari ha detto...

Ho letto l'articolo ieri sera. Il "presunto" giornalista, che non si firma neanche per esteso ha scritto che "secondo i pendolari" il capannone è mezzo vuoto!!!
Ma alzare il c... e andare a vedere di persona no??? Non dovrebbe essere questo il mestire di giornalista!!!
Avrebbe visto che non è vero che il capannone è mezzo vuoto: è vuoro all'80%

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