La legge di Murphy, ben nota a tutti gli studenti di ingegneria, dice: “se qualcosa può andar male, lo farà”. La versione per pendolari potrebbe suonare come “se fai un ragionamento sul treno che arriverà per primo a destinazione, sbaglierai”.
In oltre 11 anni di pendolarismo mi è capitato più volte di trovarmi in una stazione (spesso all’ora del ritorno) con una serie di ritardi a raffica e più treni, tutti con la stessa destinazione, in arrivo a distanza di pochi minuti.
In oltre 11 anni di pendolarismo mi è capitato più volte di trovarmi in una stazione (spesso all’ora del ritorno) con una serie di ritardi a raffica e più treni, tutti con la stessa destinazione, in arrivo a distanza di pochi minuti.
In alcuni casi ho avuto la tentazione di lasciare andare il primo treno in arrivo: un “localaccio” che ferma un tutte le stazioni, per prendere quello successivo, che sarebbe arrivato dopo pochi minuti, e più diretto: oggi un regionale veloce, qualche anno fa un interregionale.
Me ne sono sempre pentito amaramente: nella migliore delle ipotesi il treno “veloce” si accoda a quello lento arrivando a destinazione pochi minuti dopo, nella peggiore, appena dopo che il primo treno ha chiuso le porte ed ha cominciato a muoversi, gli altoparlanti annunciano un ritardo spaventoso sul treno che avevo scelto di aspettare (nel 90% dei casi, in seguito ne viene annunciata anche la soppressione).
Faccio un esempio pratico:
Siamo a Lambrate, in attesa del 2039 che, partendo alle 17:12, mi porterà a Piacenza in 51 minuti; il treno è annunciato con 5 minuti di ritardo andando a sovrapporsi al 20419 delle 17:17 che ha un tempo di percorrenza di 1 ora e 14 minuti. Potremmo incorrere nella tentazione di lasciar partire il 20419, “tanto tra poco arriva l’altro”. Gravissimo errore!! Se lo facciamo, appena il 20419 avrà chiuso le porte, il 2039 ci verrà comunicato che, diversamente da quanto precedentemente annunciato, il 2030 viaggi con 40 minuti di ritardo in seguito il treno verrà soppresso e tutti quelli successivi avranno un ritardo a due cifre.
Quindi, sulla base di 11 suonati di pendolarismo, mi sento di enunciare:
1° legge del pendolare
In caso di dubbio, non pensare a tempi percorrenza e fermare intermedie: prendi sempre il primo treno che passa.
Me ne sono sempre pentito amaramente: nella migliore delle ipotesi il treno “veloce” si accoda a quello lento arrivando a destinazione pochi minuti dopo, nella peggiore, appena dopo che il primo treno ha chiuso le porte ed ha cominciato a muoversi, gli altoparlanti annunciano un ritardo spaventoso sul treno che avevo scelto di aspettare (nel 90% dei casi, in seguito ne viene annunciata anche la soppressione).
Faccio un esempio pratico:
Siamo a Lambrate, in attesa del 2039 che, partendo alle 17:12, mi porterà a Piacenza in 51 minuti; il treno è annunciato con 5 minuti di ritardo andando a sovrapporsi al 20419 delle 17:17 che ha un tempo di percorrenza di 1 ora e 14 minuti. Potremmo incorrere nella tentazione di lasciar partire il 20419, “tanto tra poco arriva l’altro”. Gravissimo errore!! Se lo facciamo, appena il 20419 avrà chiuso le porte, il 2039 ci verrà comunicato che, diversamente da quanto precedentemente annunciato, il 2030 viaggi con 40 minuti di ritardo in seguito il treno verrà soppresso e tutti quelli successivi avranno un ritardo a due cifre.
Quindi, sulla base di 11 suonati di pendolarismo, mi sento di enunciare:
1° legge del pendolare
In caso di dubbio, non pensare a tempi percorrenza e fermare intermedie: prendi sempre il primo treno che passa.
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