Con la fine dell’estate tornano i classici problemi “autunnali”, tra questi quello dell’inquinamento dell’aria. Le domeniche a piedi a Milano sono state riprese dai TG nazionali, ma anche da noi sono cominciate le restrizioni al traffico, poco piacevoli ma basate su solidi presupposti.
Secondo i dati ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), il 5 ottobre a Piacenza si avuto il 36-esimo sforamento del limite di concentrazione nell’aria di polveri sottili, il 6 si è bissato, arrivando 37 sforamenti, poi è arrivato il vento che ci ha messo una pezza.
E’ vero che il problema dell’inquinamento dell’aria è da vedere una scala ben maggiori di quella di un singolo comune, ma è altrettanto vero che Piacenza ottiene uno dei risultati peggiori in regione, seconda solo alla zona industriale di Sassuolo.
Certo, molti degli elementi che contribuiscono a peggiorare la qualità dell’aria non sono sotto il controllo dell’amministrazione comunale, ma se Piacenza avesse scelto una mobilità più sostenibile?
- Se le piste ciclabili non fossero percorsi a ostacoli tra le auto in sosta abusiva;
- se i mezzi pubblici avessero corse più frequenti e coordinate con quelle dei treni;
- se chi usa la bicicletta in zona stazione non fosse considerato una mucca da mungere “fortemente incoraggiato” a usare posteggi a pagamento;
- se si evitasse di multare le biciclette in divieto di sosta e si pensasse alla auto che intralciano in traffico:
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