Oltre a non avere alcuna considerazioe per pendolari, Trenitalia (o Tenord, fa differenza?) di dimostra coi fatti, assolutamente insensibile anche nei confronti delle esigenze dei disabili. Un pendolare ci ha segnalato un episodio a cui ha assistito personalmente sul treno 2287 un giorno della settimana scorsa.
Nella carrozza di coda, nell’apposito spazio vicino alla porta di ingresso, c’è una persona in carrozzina. La carrozza di coda è l’unica attrezzata per accoglire le persone a moblità ridotta ed ha un bagno adatto a consentire l’ingresso con la carrozzina... Certo, se la porta del bagno si aprisse...
La persona in carrozzina segnala la situaizone ai viaggiatori che salgono: è un po’ che tenta di aprire il bagno e, ormai, “non ce la fa più a tenerla”. Il capotreno, ovviamente, è in testa. I viaggiatori si danno da fare, ma correre lungo il marciapiede per arrivare fino al capotreno potrebbe voler dire vedersi partire il treno sotto il naso prima di avre raggiunto il traguardo....
Un addetto alle pulizie della stazione che si trova sul marciapiede (e che non deve prendere il treno) si lancia nell’impresa, ma fallisce.... Il treno chiude le porte e parte.
Non c’è altra scleta che risalire il treno alla ricerca del capotreno.... Dopo aver aperto deciene e decine di porte di comunicazione tra i vangoni, trovato il caoptreno, e aperto nuovamente decine e dicene di porte per tornare indietro, il nostro perndolare ritorna alla carrozza di coda accompagnato dal capotreno...
Il capotreno conferma che la potra è chiusa.... Neanche lui riese ad aprila... Il disabile non ce la fa più, ovviamente attraversare la carrozza con la carrozzina è impossibile.
A Casalpusterlengo si tenta un’oprazione di emergenza: la carrozzina ed il suo occupante vengono scaricati “a braccia” dai viaggiatori presenti con tutti i rischi che ne conseguono e ricaricati in testa al treno. Qualcuno aiuta la persona a usare il un bagno non attrezzato (già è scomodo per chi ha una mobilità normale, non osiamo immaginare come deve essere stato per chi ha delle difficiltà).
Alla fine una situazione che, in un Paese normale, non avrebbe costituito alcun problema è stata rislolta, non senza difficiltà e imbarazzi per il diretto interessato, grazie alla collaborazione dei viaggiatori.
Quando qualcuno farà qualcosa?
La persona in carrozzina segnala la situaizone ai viaggiatori che salgono: è un po’ che tenta di aprire il bagno e, ormai, “non ce la fa più a tenerla”. Il capotreno, ovviamente, è in testa. I viaggiatori si danno da fare, ma correre lungo il marciapiede per arrivare fino al capotreno potrebbe voler dire vedersi partire il treno sotto il naso prima di avre raggiunto il traguardo....
Un addetto alle pulizie della stazione che si trova sul marciapiede (e che non deve prendere il treno) si lancia nell’impresa, ma fallisce.... Il treno chiude le porte e parte.
Non c’è altra scleta che risalire il treno alla ricerca del capotreno.... Dopo aver aperto deciene e decine di porte di comunicazione tra i vangoni, trovato il caoptreno, e aperto nuovamente decine e dicene di porte per tornare indietro, il nostro perndolare ritorna alla carrozza di coda accompagnato dal capotreno...
Il capotreno conferma che la potra è chiusa.... Neanche lui riese ad aprila... Il disabile non ce la fa più, ovviamente attraversare la carrozza con la carrozzina è impossibile.
A Casalpusterlengo si tenta un’oprazione di emergenza: la carrozzina ed il suo occupante vengono scaricati “a braccia” dai viaggiatori presenti con tutti i rischi che ne conseguono e ricaricati in testa al treno. Qualcuno aiuta la persona a usare il un bagno non attrezzato (già è scomodo per chi ha una mobilità normale, non osiamo immaginare come deve essere stato per chi ha delle difficiltà).
Alla fine una situazione che, in un Paese normale, non avrebbe costituito alcun problema è stata rislolta, non senza difficiltà e imbarazzi per il diretto interessato, grazie alla collaborazione dei viaggiatori.
Quando qualcuno farà qualcosa?
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