mercoledì 9 marzo 2011

Fittavolini: "Una porcata di ordinanza"

Fittavolini su Piazzale Marconi

Ettore Fittavolini, Presidente della Associazione Pendolari Piacenza, in una lettera aperta indirizzata al sindaco Reggi denuncia i numerosi errori nelle decisioni dell'Amministrazione sul tema del decoro di Piazzale Marconi, nonchè una evidente disparità di trattamento che penalizza soltanto una parte dei pendolari: i virtuosi ciclisti sono vessati anzichè aiutati, mentre la sosta selvaggia delle auto continua ad essere condonata.


Lettera aperta del Presidente al Sindaco Reggi
Tolleranza zero? ma mi faccia il piacere!

Vedere nei giorni scorsi sulle prime pagine della stampa piacentina foto di agenti della polizia municipale intenti a compiere operazioni ad altissimo tasso di pericolo, quali le rimozioni di innocue biciclette posteggiate in Piazzale Marconi, ci ha suscitato un senso di commiserazione, ma nello stesso tempo di rabbia.
Con tutto quello che di meglio e di più rilevante potrebbero fare per la collettività piacentina, in virtù di una ordinanza assurda e vessatoria, che non trova uguali in nessuna città italiana, men che meno in Europa (fossimo ad Amsterdam o a Copenhagen l’autore dell’obbrobrio sarebbe già stato internato in un centro di igiene mentale), vengono comandati, a tempo, si badi bene, alla repressione del parcheggio delle biciclette.
Pietoso ed avvilente.

Nel frattempo, nella succitata piazza, allegramente assistiamo giornalmente al parcheggio selvaggio ed abusivo, di ogni tipo di autovetture, che soprattutto in ora di punta, impediscono addirittura ad autobus e taxi, l’ingresso in quei due "cul de sac" che qualche ripetente di geometra di è inventato quale soluzione alla viabilità dell’area.
Il tutto alla modica cifra di più di 1 milione di euro dei soldi delle nostre tasse, con la ciliegina sulla torta di due scale mobili che per la modica cifra di 400.000 cucuzze sono più guaste che sane, già arrugginite ed alla mercé delle intemperie (andavano protette, cari fenomeni della progettazione!) ma soprattutto che nessuno usa, perditempo, inutili e scomode quali sono.
Men che meno i "diversamente abili" che tutto sono meno che incapaci di individuare le magagne di tali soluzioni, ovvero il cieco è soltanto l’assessore bulldozer che ne millanta il gradimento.
Gradiscono forse gli anziani ed i fruitori dell’area di starsene all’aperto sotto le intemperie ad aspettare gli autobus, costretti ad aumentate attese dai recentissimi nuovi tagli delle corse e la riduzione delle frequenze, perché non ci sono le pensiline ?
Sicuramente no, non di meno i pendolari di lungo corso, quelle migliaia di piacentini che silenti quando la città ancora dorme sono già in movimento per andare a studiare e a lavorare altrove, lì producendo reddito ma pagando fior di tasse in quel di Piacenza.

Li vogliamo paragonare, cara la mia consigliera dalle improvvide dichiarazioni, ai disagi delle commesse (con tutto il rispetto per la categoria di lavoratori) che se ne vanno in bicicletta al lavoro magari a 500 metri da casa, e parcheggiano il velocipede al coperto nelle rastrelliere sotto i portici di Piazza Duomo, a portata di sguardo? E se ne vanno pure a casa in pausa pranzo….
Già perché questa porcata di ordinanza (non troviamo migliore sostantivo per definirla…) individua come unica zona della città da tutelare, pseudo vincolata (????) da chissà quale fenomeno di sovrintendente, Piazzale Marconi, ed attaccandosi al presunto decoro che le biciclette dei pendolari rovinerebbero, le addita al pubblico ludibrio ed alla rimozione coatta come uniche responsabili del degrado della zona.
Un vero falso in atto pubblico.

Che dire allora, oltre alla succitata Piazza Duomo , di Piazza Cavalli, Largo Battisti, Piazza Sant’Antonino, Piazzetta Mercanti, Via Cavour, Liceo Gioia di fronte al Palazzo Farnese, tanto per citare luoghi centenari ed ultra vincolati (però che colpo di genio una bella scacchiera per fare giocare i due cavalli!) del nostro centro storico, ove fanno bella mostra di sé file di rastrelliere.
Decorose lì le biciclette, oltre ammassate dovunque nei giorni di mercato, ed indegne in Piazzale Marconi?
Già perché lì, in un piazzale non ancora preda degli eterni lavori di ristrutturazione, le rastrelliere c’erano da sempre, di fronte all’ingresso della stazione (con il contorno dei catorci arrugginiti delle biciclette comunali, ora inutilizzate, alla faccia dello spreco, in un deposito di periferia) ed ai lati, ed i pendolari lì la biciclette "selvaggia" (che selvaggia proprio non è) non l’hanno mai fatta, perché ivi si poteva parcheggiare, oltre che nel capannone deposito. E gli spostamenti delle rastrelliere ci erano stati confermati come provvisori, per la durata dei lavori.
Già, perché da decenni c’era un capannone deposito, quindi coperto, non custodito e quindi gratuito, che dava alloggio a centinaia di biciclette, mezzo ecologico per eccellenza usato dai piacentini pendolari.
Peccato che questo capannone, cogliendo la palla al balzo di una richiesta di sicurezza a gran voce sollecitata e che credevamo fosse compresa nei soldi delle nostre tasse, sia stato scippato e consegnato a due cooperative che per la modica cifra di 80.000 euro (tra lavori e contributo) si sono trovate a custodire un‘area libera, con la crema di 40 posto auto a strisce blu, tanto per rincarare la dose.

Alla faccia delle pseudo riunioni partecipative, nella quali si faceva finta di ascoltare le nostre proposte a costo zero, per poi fare di testa (?) propria spendendo i soldi delle nostre tasse.
Per poi accorgersi che i pendolari scemi non sono, e non si vogliono fare fregare, per cui, a fronte del flop dell’iniziativa (leggi: parcheggio bici a a pagamento semivuoto e posti auto deserti) ecco che la mente perversa ti crea l’ordinanza "mostro", che solo a pensare di farla in una azienda privata ti licenziano in tronco senza nemmeno mandarti dallo psichiatra.
Con l’aggravante che alle dichiarazioni in consiglio comunale per le quali si sospendeva il tutto e si sarebbe realizzata parità di trattamento, come prescrive il codice della strada, si è poi messo mano al posizionamento di rastrelliere scoperte e lontane dalla stazione, si è reiterata la porcata di cui sopra con l’aggravante di prossima realizzazione di isola ecologica (leggi: deposito di immondizia) ad uso del supermercato di Borgofaxhall.
Dove? Proprio sull’angolo del Piazzale, ove prima vi erano rastrelliere e dal 6 dicembre invece "i lavori in corso".
Già che ci siamo, suggeriamo di importare dagli amici napoletani un po’ di monnezza storica d’autore, sicuramente più blasonata rispetto al "rudo nostrano".
E francamente più decorosa di quelle orrende biciclette che tanto deturpano l’amato (dal sindaco, non da noi) piazzale.
Una domanda sorge spontanea: ma non vi vergognate?
Ai lettori l’ardua sentenza e, se proprio dovete prendere un treno, in stazione andateci in macchina: costa meno di un bus che non c’è più e si parcheggia ovunque, anche gratis.

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