In una regione che fa dell’efficienza, dell’operosità e del pragmatisimo una bandiera, con un PIL numericamente più importante di quello di tanti stati, assistere alla ennesima Caporetto del trasporto ferroviario lascia sconcertati e rabbiosi.
Oltre ai disagi quotidiani che le centinaia di migliaia di viaggiatori devono stoicamente sopportare tra porte che non si aprono e nemmeno si chiudono, carrozze gelate d’inverno e torride d’estate, ritardi, toilettes infrequentabili, sedili luridi, adesso è arrivata la genialata di fare partire un software (evidentemente non testato e/o inaffidabile) per la gestione dei turni del personale ferroviario in concomitanza con il nuovo orario ferroviario invernale.
Oltre ai disagi quotidiani che le centinaia di migliaia di viaggiatori devono stoicamente sopportare tra porte che non si aprono e nemmeno si chiudono, carrozze gelate d’inverno e torride d’estate, ritardi, toilettes infrequentabili, sedili luridi, adesso è arrivata la genialata di fare partire un software (evidentemente non testato e/o inaffidabile) per la gestione dei turni del personale ferroviario in concomitanza con il nuovo orario ferroviario invernale.
Come risultato, macchinisti assenti su convogli fermi o cancellati, ove invece vi erano tre capitreno, personale in turno per 40 ore filate ed altro invece per pochi minuti.
Il tutto costringendo i pendolari ad estenuanti attese al gelo del sottozero su pensiline di stazioni lombarde ed emiliane ove non esistono più le sale d’attesa (in primis a Milano Centrale, un bel biglietto da visita per l’EXPO 2015 !) nel caos di informazioni inesistenti o lacunose.
In un paese normale sarebbero volate pedate nel sedere, seguite dalle dimissioni degli incapaci colpevoli di tanto disastro.
Nella nostra repubblica delle banane, invece, le scuse dell’AD di Trenord che rimane al suo posto, e con lui tutti i dirigenti responsabili, con i disagi di lunedì che continuano anche oggi.
I pendolari senza speranza si domandano dove andremo a finire, in queste odissee giornaliere ove il peggio sembra non avere mai fine, ma chiedono a gran voce garanzie ed una inversione della rotta per la quale all’Alta Velocità vanno i miliardi di euro di investimento, ed al derelitto trasporto pendolare, cui si affidano il 95% dei viaggiatori italiani, il nulla.
Il tutto costringendo i pendolari ad estenuanti attese al gelo del sottozero su pensiline di stazioni lombarde ed emiliane ove non esistono più le sale d’attesa (in primis a Milano Centrale, un bel biglietto da visita per l’EXPO 2015 !) nel caos di informazioni inesistenti o lacunose.
In un paese normale sarebbero volate pedate nel sedere, seguite dalle dimissioni degli incapaci colpevoli di tanto disastro.
Nella nostra repubblica delle banane, invece, le scuse dell’AD di Trenord che rimane al suo posto, e con lui tutti i dirigenti responsabili, con i disagi di lunedì che continuano anche oggi.
I pendolari senza speranza si domandano dove andremo a finire, in queste odissee giornaliere ove il peggio sembra non avere mai fine, ma chiedono a gran voce garanzie ed una inversione della rotta per la quale all’Alta Velocità vanno i miliardi di euro di investimento, ed al derelitto trasporto pendolare, cui si affidano il 95% dei viaggiatori italiani, il nulla.
Ettore Fittavolini
Presidente
Associazione Pendolari Piacenza
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