Come testimonia la nostra rilevazione quotidiana ieri, giorno della ripresa a pieno regime del traffico dei pendolari, sono ritornati ritardi e disservizi. In particolare il rientro serale da Milano è stato caratterizzato da ritardi e cancellazioni.
Chi è arrivato alla stazione Centrale poco prima delle 18:15 per prendere il regionale “veloce” 2285 ha trovato un treno composto con materiale Vivalto: quello di cui ci si siede “con le ginocchia in bocca” (chi riesce a sedersi) e lo spazio per appoggiare lo zaino/valigetta è assolutamente insufficiente.
Vabbè, siamo abituati hanno detto con rassegnazione i pendolari salendo sul treno. Peccato che il treno sia rimasto fermo sul binario fino a quando ha cominciato a serpeggiare la voce che il treno non sarebbe mai partito (di informazioni dai sistema di altoparlanti neanche l'ombra).
A questo punto molti si sono “travasati” sul Frecciabianca 9825 (partenza prevista alle 18:35) sperando nella clemenza del personale viaggiante (per utilizzare i Frecciabianca con l'abbonamento regionale è necessario pagare un supplemento non proprio “leggero” di 7,40 €). Purtroppo il personale viaggiante non è stato clemente e ha cominciato a far pagare supplementi fino a quando non ha incontrato una certa “resistenza”, allora il ritmo dei controlli è rallentato, almeno fino a Piacenza.
Non è la prima volta che si verificano situazioni analoghe e l'applicazione del sovrapprezzo dipende dalla “buona volontà” del personale viaggiante.
Di sicuro notiamo un conflitto di interessi notevole: Trenitalia causa dei disservizi obbligando, di fatto, i pendolari a prendere un altro treno, sempre di Trenitalia, pagando un sovrapprezzo tutt'altro che trascurabile. In un Paese norma tutto questo non dovrebbe succedere.
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