giovedì 15 dicembre 2011

Chi buttereste dalla torre?


In questi giorni Carmine Rotatore, Oliviero Cassini e Giuseppe Gison stanno al freddo sulla torre-faro della stazione Centrale di Milano per difendere i propri diritti. Carmine, Oliviero e Giuseppe lavorano, o meglio lavoravano, per imprese fornitrici di servizi a bordo di convogli notturni legati a Trenitalia e, dal 12 dicembre sono senza lavoro.
Con l’applicazione del nuovo orario Trenitalia ha deciso di tagliare il servizio dei treni notturni e, con questo, i contratti con le imprese appaltatrici.


Qual’è il motivo di questa scelta? Secondo la versione officiale il numero di utenti era in calo. C’è però chi pensa che il calo sia stato pilotato per poter giustificare la cancellazione di un servizio che era troppo economico rispetto ai Frecciarossa.
E’una strategia che riconosciamo perché la viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni: le risorse vengono dedicate ai servizi “per ricchi” (leggasi alta velocità), il restante 90% della popolazione, siano questi i pendolari o gli utenti dei treni notturni “si deve arrangiare”. Ma la infrastrutture usate per questi servizi “a libero mercato” non le abbiamo pagate noi con le nostre tasse?
Allora perché non ci permettono di usarle andando da Piacenza a Milano in 20 minuti?
Perché ci costringono a viaggiare su carri bestiame in carrozze prive di riscaldamento e dove trovare un posto a sedere è un miraggio?
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori che protestano, due dei quali sono piacentini. Lo facciamo a parole, ma lo abbiano fatto anche coi fatti. Come riportato dal Libertà di oggi, alcuni nostri rappresentanti, assieme all’avvocato Umberto Fantigrossi sono andati al presidio di stazione Centrale portando gutturnio e salame piacentino. Un piccolo gesto, ma col quale abbiamo voluto esprimere tutto i nostro sostegno a una causa che affonda le proprie radici in un problema comune: la dirigenza delle ferrovie che pensa a “far bella figura” con un pareggio di bilancio ottenuto sulle spalle delle categorie più deboli e con la complicità delle istituzioni (es. regione) che dovrebbero difendere gli interessi dei propri cittadini.
Sarà poco, ma più di quanto fanno molti politici, anche piacentini, che si riempiono la bocca (e il profilo Facebook) di belle parole, ma quando si tratta di agire scompaiono.
Chi buttereste dalla torre: i lavoratori che perderanno il posto, i dirigenti delle ferrovie, o i politici che ci sostengono a parole e si dileguano quando è il momento di agire?

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