giovedì 13 febbraio 2014

Logica e buon senso, questi sconosciuti



Una mattina di febbraio un pendolare arrìva alla stazione di Piacenza per salire, come ogni giorno, sul treno delle 7:08 per Milano. Mentre il pendolare si avvicina al sottopassaggio una triste notizia giunge alle sue orecchie attraverso il sistema di altoparlanti della stazione: oggi il treno delle 7:08 effettuerà fermate anche a Codogno e a Casalpusterlengo. La causa, probabilmente, è da ricercarsi nella cancellazione del 6:54.
Si prospetta l'ennesima mattinata di ritardi e di disservizi.

La previsione si avvera puntualmente: nelle fermate di Codogno e Casale il treno si riempie come un carro bestiame, ferma pure a Secugnago (non annunciato) dove salgono altri pendolari e a Lodi viene fornita la prova dell'incompenetrabilità dei corpi.
Il treno arriva a destinazione con quasi 20 minuti di ritrado.
Il tutto mentre il treno delle 7:11 è partito regolarmente, ha fermato a Codogno, Casale e Secugnago pochi minuti dopo il 7:08 che stava accumulando ritardo, ed è arrivato a Rogoredo solo un minuto dopo.
La domanda sorge spontanea: perché?
Perché far fermare un treno "veloce" (notare le virgolette) causando disagi a centinaia di pendolari quando un'altro treno ha viaggiato regolarmente facendo le stesse fermate?
Forse perchè un treno è di Trenitalia (contratto di servizio Emilia Romagna) e l'altro è di Trenord (contratto di servizio Lombardia)? Si, però il treno cancellato era lombardo, perché hanno rallentato quello emiliano?
Ci sarà mai qualcuno in grado di darci una spiegazione? Probabilmente no, perché la spiegazione non esiste... Intanto Moretti ripete a pappagallo che la colpa è delle regioni.

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