Il personale viaggiante (leggasi controllori) è una categoria che si potrebbe quasi assimilare ai pendolari: loro infatti, come noi, sono vittime di ritardi e disservizi sui quali non hanno alcun controllo ma per i quali ci mettono la faccia. Se il treno arriva con 6 carrozze anziché 8, non è colpa del capoterno ma lui, quando lo si trova, si sorbisce le, sacrosante, lamentele dei pendolari.
Tra il personale viaggiante, come in tutte le categorie umane, di sono persone teste di c.... così come ci sono persone disponibili e pronte a farsi in quattro per alleviare i disagi.
Senza dubbio mi sento di dire che noi (pendolari) e il personale viaggiante abbiamo un nemico in comune: la dirigenza di Trenitalia/Trenord. Ovviamente quanto, a causa di uno sciopero non riusciamo ad andare al lavoro o a tornare a casa, lo spirito di solidarietà ne risente.
In questo senso, come associazione di pendolari, abbiamo apprezzato molto questo comunicato stampa del sindacato Orsa indirizzzato a Luigi Legnani, amministratore delegato di Trenord e che prospetta una nuova forma di protesta: non più lo sciopero che danneggia solo i viaggiatori (tanto, a Trenord, che lavora in regime di monopolio che gliene frega se i viaggiatori sono scontente), ma una raccolta di firme.
Il 26, 27 e 28 marzo, il personale di Trenord che aderisce all'iniziativa indosserà una pettorina con scritto: “Oggi non scioperiamo ma il referendum vogliamo”.
Apprezziamo l'iniziativa “non violenta” e per questo invitiamo tutti i pendolari a sostenerla.
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