martedì 25 marzo 2014

Stipendio congruo?


Le recenti dichiarazioni per le quali il prode “ ferroviere “ ha dichiarato, intervistato a margine di un convegno svoltosi a Bologna che, a fronte di un taglio delle retribuzioni dei manager di stato, come la sua (€ 850.000 + bonus !) se ne andrebbe, meritano due commenti, uno faceto ed uno dannatamente serio.
Quello faceto, è che la sua dipartita, più che un auspicio, è una richiesta miracolosa a tutti i Santi del calendario che 3 milioni di italiani, pendolari della rotaia per forza, rivolgono a margine delle loro preghiere mattutine. Che si levi alla svelta dalle scatole: di fenomeni come lui, che fanno i gradassi con i soldi degli altri, se ne trovano in giro ad ogni piè sospinto.

Quello dannatamente serio coinvolge non solo lui, ma principalmente chi ce l’ha messo e chi continua a mantenerlo su quella poltrona, lautamente pagato con i soldi delle nostre tasse.

Il risultato di questo delirio di onnipotenza è il frutto di decenni di totale assenza di una politica dei trasporti del servizio pubblico, ove si è delegato ad un subalterno della politica, da essa nominato, a farla lui stesso.

Lo sfacelo del servizio pubblico e del trasporto ferroviario sono sotto gli occhi di tutti colori i quali abbiano la sfortuna di prendere un treno, posto che ci sia, a cominciare dal degrado delle stazioni, passando per convogli impresentabili, privi di riscaldamento d’inverno e di aria condizionata d’estate, con porte rotte e toilettes infrequentabili, da Bolzano a Palermo.

Merito di chi ha lasciato che tutti i soldi pubblici dati ogni anno dallo Stato alle Ferrovie dello Stato (società da esso posseduta la 100%) finissero nel pozzo senza fondo dell’Alta velocità, ovvero la quasi totalità delle risorse ad una minoranza di utenti, mandando il resto in malora.

 Il tutto in una situazione che di libero mercato non ha nulla, se è vero come è vero che le FS posseggono sia i binari che le stazioni, nonché la società che fino ad oggi, in totale monopolio, ci va viaggiare i treni sopra, per cui la parola concorrenza è un utopia ed è un vero miracolo che sia potuta sorgere una società privata (beninteso) quale NTV, a tentare di fare trasporto, a condizioni impari, nel solo settore dell’Alta Velocità.

 Invece di sproloquiare per l’ennesima volta di Germania, di mercato e di retribuzioni, dovrebbe avere il pudore e l’umiltà di alzarsi ogni mattina e chiedere scusa ai viaggiatori italiani, a cominciare dai morti innocenti di Viareggio e ai loro familiari, che da anni le stanno aspettando.

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