Venerdì scorso il Comune ha rimosso 21 biciclette parcheggiate di fronte alla stazione, una azione severa che ha chiarito definitivamente la posizione dell'Amministrazione.
Come Associazione continuiamo a ribadire che l'ordinanza che vieta la sosta delle biciclette in Piazzale Marconi per "questioni di decoro ed ordine pubblico" è una assurdità sul piano sociale e non abbia fondamenti giuridici: per questo abbiamo chiesto ai nostri legali di adire le vie legali.
Tuttavia il pugno di ferro del Comune rischia di essere l'ennesimo auto-goal di questa amministrazione, infatti questa "tolleranza zero" viene condannata a livello politico, oltre che da esponenti dell'opposizione, anche da consiglieri della maggioranza stessa che evidenziano una sproporzione delle azioni.
Siamo quindi confidenti che presto questa assurda ordinanza verrà nuovamente sospesa e ci auguriamo che si riprenda quel confronto serio e produttivo che come Associazione avevamo richiesto sin dall'inizio della questione.
Come Associazione invitiamo quindi nuovamente i pendolari a non cedere alle pressioni dell'Amministrazione, parcheggiando quindi i propri mezzi nei dintorni evitando il deposito custodito.
Sono sempre disponibili per il download i cartelli per la protesta da appendere al proprio mezzo.
Personalmente noi ci impegnamo a non utilizzare nemmeno quelle assurde rastrelliere che il Comune ha recentemente installato al solo fine di rendere effettiva l'ordinanza.
Infine la nostra solidarietà va a quei pendolari prime vittime del provvedimento: invitiamo i nostri associati cui è stato rimosso il proprio mezzo a presentarsi in Associazione per una consulenza legale che li indirizzi verso la migliore strategia di difesa.
Tuttavia il pugno di ferro del Comune rischia di essere l'ennesimo auto-goal di questa amministrazione, infatti questa "tolleranza zero" viene condannata a livello politico, oltre che da esponenti dell'opposizione, anche da consiglieri della maggioranza stessa che evidenziano una sproporzione delle azioni.
Siamo quindi confidenti che presto questa assurda ordinanza verrà nuovamente sospesa e ci auguriamo che si riprenda quel confronto serio e produttivo che come Associazione avevamo richiesto sin dall'inizio della questione.
Come Associazione invitiamo quindi nuovamente i pendolari a non cedere alle pressioni dell'Amministrazione, parcheggiando quindi i propri mezzi nei dintorni evitando il deposito custodito.
Sono sempre disponibili per il download i cartelli per la protesta da appendere al proprio mezzo.
Personalmente noi ci impegnamo a non utilizzare nemmeno quelle assurde rastrelliere che il Comune ha recentemente installato al solo fine di rendere effettiva l'ordinanza.
Infine la nostra solidarietà va a quei pendolari prime vittime del provvedimento: invitiamo i nostri associati cui è stato rimosso il proprio mezzo a presentarsi in Associazione per una consulenza legale che li indirizzi verso la migliore strategia di difesa.
2 commenti:
Riporto il commento da me inviato a "lettere al direttore" di Libertà
Con estrema amarezza leggo su libertà del 5 marzo della rimozione delle bicielette da Piazzale Marconi.
Si potrebbero spendere milioni di parole, ma su tutto vorrei fare una considerazione: da inizio anno al 4 marzo, Piacenza ha avuto 28 sforamenti dei limiti delle polveri sottili (ci stiamo avvicinandao al limite di 35 previsto dalla Comunità Europea) e il comune cosa fa? Punisce chi usa la bicicletta multando e rimuovendo i velocipedi perchè "sono brutti". C'è altro da aggiungere?
Si, una domanda da rivolgere al Sindaco: quante delle auto che quotidianamente sono posteggiate sulle piste ciclabili sono state multate e rimosse?
Un plauso all'intervento del Sig. Fittavolini su Piacenzasera.it
La mancanza di logica anzi di semplice buon senso nella riorganizzazione della viabilità di piazzale Marconi è davvero vergognosa! Anche un ragazzo al primo anno dell'istituto tecnico per geometri avrebbe risolto in modo migliore la situazione. L'aggravante a tutta questa operazione del Comune, inoltre, è la protervia e l'arroganza (dettata dall'ignoranza) del modo di proporre o giustificare, meglio, le grandi "vaccate" che hanno fatto.
Luca Z.
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